Chiesa

Atrio

L'atrio antistante la chiesa è il simbolo della notte che apre alla speranza: non è la notte buia, luogo di tenebre, ma la notte come luogo che anticipa il giorno, la piena luce. È lo spazio che anticipa la pienezza delle realtà compiute in Cristo, è lo spazio che attende. È il già e il non ancora. È il richiamo a quello che Dio ha rivelato e annunciato nell'Antico Testamento.

Prima notte: La creazione

"In principio Dio creò il cielo e la terra... Dio creò l’uomo a sua immagine".
Seduti alla tavola con Dio Trino, l'uomo e la donna esprimono la superiorità, la sintesi più bella, il coronamento della creazione. Tutto parte dall'amore delle tre Persone Divine e l'uomo e la donna nella loro complementarietà sono immagine della comunione che esiste tra il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo.

Seconda notte: Il sacrificio di Isacco

"Abramo vide il mio giorno e si rallegrò".
Nel sacrificio di Abramo e del suo figlio Isacco è preannunciata la giustificazione nella fede compiuta nell'obbedienza al Padre del Figlio di Dio. Nell'immagine il richiamo a Cristo è evidentissimo: il figlio è adulto, la legna forma la croce. Abramo abbraccia il figlio e gli parla al cuore, ma il suo sguardo è lontano. L'uomo della fede prevede già il giorno di Cristo. Ad Isacco viene sostituita l'offerta del figlio di Maria di Nazareth, madre di Dio. Maria è la donna pasquale che porta l'Agnello al sacrificio.

Terza notte: Il passaggio del Mar Rosso

"Questa è la notte in cui hai liberato i figli di Israele dalla schiavitù dell'Egitto".
Dio passa nella storia del popolo oppresso e ne fa un popolo libero. Mosè precede il popolo, ancora in ombra, ed indica l'angelo della terra promessa. È figura del nuovo Mosè, Cristo che scende agli inferi per far uscire dalle tenebre della tomba Adamo e i suoi discendenti.

Quarta notte: La notte dei giusti

"Nella fede morirono tutti costoro, pur non avendo conseguito i beni promessi, ma avendoli solo veduti e salutati di lontano".
È l'attesa del Messia la cui venuta sarà un giorno senza fine. In questa fede hanno vissuto tutti i patriarchi e tutti i giusti dell'antica alleanza: Elisabetta e Zaccaria, Sara e Abramo, Mosè, Raab, Giacobbe e il figlio Giuseppe, Davide, Giuseppe sposo di Maria; da ultimo Giovanni Battista il profeta che fa da ponte tra l'antica e la nuova alleanza.

Porta

Il mistero dell'Incarnazione ci fa entrare nel compimento delle Promesse, e la Porta è Maria. Maria, nell’annunciazione, è colei che ascolta, riceve e si lascia riempire di Dio, e poi indica. Ella rimanda il cristiano ad un altro grembo fecondato dalla Trinità ed introduce ai sacramenti che fanno la vita cristiana.

Fonte Battesimale

Il Fonte Battesimale è formato da una vasca ottagonale. Il numero otto è un numero sacro nel cristianesimo: nell'arca, figura del battesimo e della Chiesa, si salvarono otto persone; otto sono le Beatitudini; soprattutto richiama l'ottavo giorno, cioè il giorno della risurrezione, della nuova creazione operata da Dio nel Cristo. L'ottagono è scavato a forma di croce mistero di morte e di vita. Scendono i tre gradini che conducono nell'acqua, richiamo ai giorni della sepoltura di Cristo, il cristiano è chiamato ad appoggiare tutta la sua esistenza sulla fede in Cristo morto per lui, qui rappresentata da una pietra nera sul fondo della vasca. L'acqua che riempie la vasca scaturisce dalla ferita sul lato destro della roccia posta accanto al fonte.
I tre angeli ministranti portano i simboli dei sacramenti dell'iniziazione cristiana: la veste bianca del battesimo, l'ampolla dell'olio con il quale si ungono gli eletti, la coppa eucaristica che contiene latte e miele.

Dal fonte battesimale esce un altro sacramento: la riconciliazione. Se il fonte è paragonato al grembo della chiesa, nel quale si è generati come figli, il luogo della riconciliazione è il grembo della misericordia di Dio, dove si viene rigenerati dopo l'esperienza del peccato. È un luogo luminoso e spazioso che parla della festa e della gioia dell'incontro. Segno dominante di questa zona è il grande crocefisso rivolto verso colui che amministra il perdono a nome di Cristo e della comunità. La sua ombra cade sulla curva che forma lo "spazio confessionale", richiamo evidente alla stessa struttura del battistero.

Vetrate laterali

Le vetrate laterali dell'aula principale della Chiesa rappresentano figure vestite di bianco che portano palme nelle mani. È la processione degli eletti di cui parla il libro dell'Apocalisse: la Chiesa del cielo accompagna ed aiuta la Chiesa sulla terra nel suo pellegrinare.
Le dodici croci poste sulle pareti del tempio sacro simboleggiano i dodici Apostoli dell'Agnello: sono essi le fondamenta della fede del popolo cristiano in cammino. Ogni croce ha in comune la materia grezza della pietra che è incisa al centro per far vedere la luce e la preziosità dell'oro e porta in sé una pietra preziosa diversa l'una dall'altra.

La pietra preziosa è il capolavoro del regno minerale; in essa si uniscono lo splendore della luce del cielo e la quintessenza della materia uscita dalla profondità della terra. È materia trasfigurata dalla luce.

Chiesa

A dominare e a presiedere il tempio sta la grande abside, in forma di trono che rappresenta il Cristo Pantocratore. Colui che domina l'assemblea del cielo e della terra è l'Agnello seduto sul trono. 
Maestro e benedicente siede come Signore e porta il libro aperto.
Da Cristo scende, come una sposa vestita di sole e del biancore della luna, incoronata di dodici stelle, la Vergine Madre, che porta in grembo la nuova creazione, simbolo della Chiesa attirata dallo Sposo e che a Lui rimanda tutti. Seduti insieme con l'Agnello sono i dodici Apostoli che tengono in mano il libro del Vangelo chiuso: la missione è compiuta e il fuoco acceso il giorno della Pentecoste a forma di fiamma è divampato su tutta la terra.

Altare e ambone

L'altare, tavola e pietra del sacrificio, è centro di unità, centro dell'assemblea cristiana. A questa unità esteriore corrisponde una unità interiore di tante anime in un'anima sola, il cui simbolo è la pietra. L'altare è il cuore dell'edificio sacro perché l'altare è Cristo. L'altare è monolitico di marmo rosso di Verona, a forma rettangolare, poco lavorato quasi a dire che non è fatto da mano d'uomo. L'unico decoro è, tutto intorno, una corona di alloro, come un diadema sulla testa dello sposo, dell'eroe, del vincitore.

Il termine ambone deriva dal verbo greco "ana-baino" che significa salire, e dal latino "ambiendo" poiché circonda e cinge come scudo chi vi entra. È il luogo dell'annuncio pasquale. Nel primo giardino fu annunziata la condanna seguita dalla promessa, nel secondo giardino risuonò il compimento della stessa promessa. È allora proprio in questo luogo che si innalza la croce gloriosa del Signore, risorto e vincitore sulla morte, come vessillo di vittoria.

Tabernacolo

Il tabernacolo, vuole esprimere l'unità di Ambone ed Altare, Parola e Pane, Verbo fatto carne, Manna e Legge. E' una colonna di colore rosso per ricordare la colonna di fuoco che conduceva il popolo d'Israele nel deserto e come nell'arca dell'Antico Testamento si conservava la manna e la legge, così nella nuova arca si conservano le Specie Eucaristiche, nuova manna, e il Vangelo, nuova legge. Le porticine della Custodia Eucaristica, sono in lapislazzuli, la pietra che richiama il cielo, ed hanno sopra scritto, in greco, il nome Santo di Gesù Cristo.

Vergine Maria

A destra dell'Ambone, in vicinanza della Parola, abbiamo la statua trecentesca della Vergine Madre, nuova arca che tiene in grembo il Verbo fatto carne.