Beato Don Baldo

BEATO GIUSEPPE BALDO
(1843 - 1915)

Il Beato Giuseppe Baldo nacque a Puegnago (BS), diocesi di Verona, il 19 febbraio 1843. Fu battezzato il giorno seguente nella chiesa del villaggio, dedicata a S. Michele Arcangelo, dal parroco Domenico Ottini.

I suoi genitori, Angelo Baldo, contadino onesto e laborioso, e Ippolita Casa, ostetrica, donna di fede sicura, austera, buona educatrice, erano credenti e praticanti. 

Giuseppe ragazzo di vivissimo ingegno, di carattere forte e adamantino, si impegnò fin dai primi anni con volontà decisa a crescere nella pietà e nella pratica delle virtù umane e cristiane, base necessaria nel cammino verso la santità. Al manifestarsi della vocazione sacerdotale, la madre lo ammonì dicendo: "Ricordati: ci sono due sorta di preti: O prete buono o niente!". 

Entrato nel Seminario di Verona il 7 dicembre 1858, si distinse per pietà, disciplina e ottimi risultati negli studi.
Il 15 agosto 1865, a soli 22 anni di età, per indulto pontificio, fu ordinato sacerdote dal Vescovo di Verona Mons. Luigi di Canossa.
Passò un anno, come Vicario coadiutore, nella parrocchia suburbana di Montorio, dopo di che venne chiamato dal suo Vescovo a svolgere il prestigioso ruolo di Vicereggente del Collegio Vescovile di Verona, dove rimase per ben 11 anni quale apprezzato educatore e plasmatore di anime. 

Sentendosi ispirato a dedicarsi a un apostolato di più ampio respiro, chiese ed ottenne di essere mandato Parroco in Ronco all'Adige (VR), borgata agricola della Bassa Veronese la cui popolazione formata da braccianti e da pochi latifondisti, conduceva una vita povera, fatta di miseria e di ignoranza, minata dalle malattie, dalla privazione e dall'incuria.
Entrato in parrocchia per una via secondaria, a causa di un gruppo di anticlericali che volevano ostacolare il suo arrivo, così, il giorno seguente, si presentò al popolo dall'altare: «Sono il vostro parroco! Vostro; dunque tutto per voi. D'ora innanzi avrete una nuova proprietà, un nuovo cuore cui avrete diritto di fare appello, una nuova anima che per assoluto dovere dovrà per voi pregare, soffrire, per voi...». E i fatti corrisposero alle parole.

A Ronco rimase per 38 anni e furono anni di numerose iniziative pastorali, caritative e sociali, spesso all'avanguardia sui tempi, per cercare una giusta soluzione ai numerosi e gravi problemi della sua gente. «A tempi nuovi rimedi nuovi: è tempo di fare» egli diceva. E agì di conseguenza, sfidando anche l'impopolarità con il coraggio del testimone ministro del Vangelo.

L'urgenza di provvedere efficacemente ai più bisognosi: ammalati poveri, vecchi impotenti e soli, bambini incustoditi, fanciulli e ragazzi privi di istruzione, lo condusse ad essere fondatore della Congregazione  "Piccole Figlie di S. Giuseppe", erede e continuatore del suo spirito. 

Consumato dalle fatiche, purificato da lunga malattia, ricco di virtù e meriti, entrò nella vita senza fine il 24 ottobre 1915 all'età di 72 anni. A conclusione del processo canonico, il 26 gennaio 1987 si ebbe il riconoscimento dell'eroicità delle virtù. E due anni dopo, il 31 ottobre 1989, l'esaltazione agli onori degli altari con il titolo di Beato.